Storia, evoluzione e organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale

Il moderno Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è il risultato di cambiamenti evolutivi occorsi nelle società contemporanee europee e mondiali.

Nella maggior parte dei casi questa evoluzione ha sancito vari passaggi: dal concetto di carità e assistenza tipico del sistema liberista si è passati al concetto di diritto alle cure proprio di un sistema che definiamo assicurativo, fino ad approdare al diritto alla salute, punto focale del moderno Sistema Sanitario Nazionale.

Quando storicamente le diverse oraganizzazioni statali hanno raggiunto un elevato grado di complessità si è cominciato a sviluppare all’interno delle stesse un forte impegno collettivo mirato a ridurre la frequenza delle malattie e della mortalità. I responsabili della Res Publica, hanno storicamente adoperato le conoscenze specifiche del proprio tempo per creare una rete di strutture amministrative e di servizi per proteggere e salvaguardare la salute della comunità.

Durante il secolo scorso i due elementi di grande rilievo che hanno dato il via alla necessità di di un Sistema Sanitario Nazionale sono stati senza dubbio, da una parte le grandi scoperte batteriologiche, dall’altra la creazione diffusa di ospedali distribuiti su tutto il territorio.

In Italia fu Napoleone ad istituire il primo sistema di pubblica sanità centralizzato, dove l’unità di base era la prefettura. Il primo passo di quel tipo di organizzazione per la tutela e la salvaguardia del cittadino è stao l’obbligo per tutta la popolazione della vaccinazione antivaiolosa.

In italia è negli anni 30-40 dell’800 che nascono le prime mutue volontarie che in un secondo tempo diventeranno obbligatorie. È solo dopo la seconda guerra mondiale che grazie alla Nuova Costituzione della Repubblica viene sancito esplicitamente il diritto alla salute.

Nel 1978 in applicazione del del dettato costituzionale con la legge 833 nasce il Servizio Sanitario Nazionale. La legge n,833 stabilisce che l’attuazione del Servizio sanitario Nazionale pertiene allo Stato, alle regioni e agli enti territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini. Per quanto riguarda l’organizzazione vengono individuati tre livelli di competenza.

Nello specifico a livello nazionale viene gestita la pianificazione degli interventi, al livello regionale, su delega diretta della stato, vengono esercitate le funzioni legislative e di amministrazione in materia di assistenza sanitaria e, infine, al livello comunale l’erogazione dei servizi sanitari si sostanzia attraverso le funzioni proprie delle Unità socio-sanitarie locali (USL) a loro volta divise in distretti, strutture tecnico funzionali per l’erogazione dei servizi.

Attualmente il Sistema Sanitario Nazionale è organizzato in Aziende Sanitarie Locali e in aziende ospedaliere atte a dispensare il diritto alla salute grazie a moderni criteri e concetti aziendali basandosi su alcuni importanti presupposti: primo fra tutti la previsione dei livelli di assistenza da assicurare ai cittadini. Questo livello è sempre vincolato agli obiettivi della programmazione, oltre che naturalmente al finanziamento, posti in essere dal Piano Sanitario Nazionale predisposto dal Governo ogni tre anni a seguito della consulta con le commissioni parlamentari in materia.

La fuzione del PSN è quella di definire dei nuovi livelli di assistenza aricolati in
1) assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro( tutela sanitaria dell’ambiente di lavoro, di vita, sanità pubblica e veterinaria),
2) assistenza sanitaria di base ( assistenza territoriale e domiciliare per pazienti non autosufficieni e/o anziani,
3) assistenza specialistica semiresidenziale e territoriale ( assitenza a tossicodipendenti, assistenza psichiatrica, e assitenza riabilitativa),
4) assistenza opedaliera ( ricoveri d’urgenza e di emergenza, ospedalizzazione domiciliare),
5) assistenza residenziale sanitaria a non autosufficieni e lungodegenti stabilizzati ( assistenza residenziale a disabili psico-fisico-sensoriali in centri di riabilitazione),
6) attività di supporto all’organizzazione assistenziale. Il piano sanitario nazionale del 1994-96 definisce come priorità di intervento la organizzazione di sistemi fondamentali a livello territoriale: Distretto Sanitario di base: grazie al d.lgs.502/92 si conferma l’articolazione delle USL in Distretti, detti distretti sanitari di base, organismi che gestiscono tutte le strutture ed i servizi presenti nelle zone in cui è stata divisa l’USL al di fuori di ciò che fa parte dell’assistenza ospedaliera.

Il DSB è gestito da un coordinatore di distretto che controlla il bilancio e gestisce il personale erogando servizi di assistenza domiciliare ed infermieristica su richiesta del medico di medicina generale, di profilassi delle malattie infettive, di erogazione di presidi per verie patologie; in alcuni distretti vengono inoltre assicurati servizi di assistenza nelle scuole per bambini portatori di handicap, consultori giovanili, assistenza agli immigrati e ai clandestini. In questo periodo storico i servizi sono gratuiti indipendentemente dal reddito del richiedente la prestazione; Strutture e attività di emergenza; attività di riabilitazione; sperimentazioni gestionali; sistemi di valutazione e controllo; Con il riordino del sistema Sanitario Nazionale le USL e gli ospedali autonomizzati sono stati trasformati in aziende di diritto pubblico. Secondo il d.Lgs 502/92 l’Usl è difinita come azienda dotata di personalità giuridica e pubblica, di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e tecnica. La legge n.92 del 1993 sancisce poi ufficialmente la nascita delle ASL per le quali, fermo restando quanto sopra, si prevede un ambito territoriale, per distribuzione e densità della popolazione, coincidente con quello della provincia.

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