Test di ammissione Scienze della formazione primaria, anno accademico 2023/2024

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Domanda 1

Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull’argomento. L’attualità di Schiller ha a che fare in certa misura con l’ispirazione genuinamente politica che innerva i suoi scritti, non solo le tragedie, ma anche i saggi estetici e persino parte delle poesie. La sua denuncia dell’estraniarsi dell’individuo da sé stesso, della perdita dell’unità organica delle diverse componenti del soggetto come effetto della divisione del lavoro e la conseguente, unilaterale identificazione dell’uomo con la sua funzione professionale non appare certo superata nel mondo contemporaneo. Il rimedio suggerito, l’educazione estetica, può tuttavia sembrare inadeguato, ingenuo o addirittura mistificatorio, se inteso come fuga dalle contraddizioni reali o come compensazione dell’impossibilità di estendere effettivamente se non di universalizzare l’esercizio della responsabilità politica e della libertà individuale. L’idea che attraverso il bello l’uomo “si incammina alla libertà” non è però l’incitamento ad una élite intellettuale ad arroccarsi in un universo “conciliato” di belle forme e di comportamenti
moralmente equilibrati, bensì il progetto, certamente utopico, di porre alla base dei rapporti politici la ricostituzione del soggetto umano nella sua interezza, vale a dire il riconoscimento del rapporto dialettico e necessario tra ragione e passioni, tra norme e impulsi. L’educazione estetica è una
premessa del mutamento politico, non il suo sostituto. In tal senso Schiller è un illuminista critico, il cui tentativo di fondare la dimensione estetica nella struttura stessa di una ragione intesa dinamicamente, nel suo costituirsi in relazione alla sensibilità, è una risposta alle difficoltà che sorgono dall’assolutizzazione del principio razionale nella sfera morale. Un tentativo che affonda le radici da un lato in un realismo antropologico e storico cui non è estranea la disillusione riguardo agli esiti della Rivoluzione francese e, dall’altro, nella convinzione idealistica che l’uomo abbia in sé il principio
della libertà e dell’autodeterminazione e la volontà ineliminabile di affermarlo. Il manifestarsi della bellezza in un mondo dominato dall’astrattezza dell’intelletto e da una ragione utilitaristica resta tuttavia per Schiller un’istanza utopica, così che anche la sua classicistica nostalgia della Grecia assume a ben vedere i contorni di una diagnosi spietata sulle contraddizioni della modernità. da G. Pinna, «Prefazione. Riflessione e poesia», in G. Pinna, P. Montani, A. Ardovino (ed.), Schiller e il progetto della modernità, Roma, 2006, pp. 7-8.

L’interesse per il pensiero di Schiller nell’attualità: (vedi Brano 1)