Una volta ho scoperto con piacere un libro interamente dedicato all’arte dei proverbi. Si trovava in una delle biblioteche municipali che frequentavo da ragazzo. [….] Come i versetti del Corano, i proverbi sembrano in qualche modo già formulati, in paziente attesa di una bocca attraverso cui manifestarsi. Alcuni linguisti sostengono che le lingue si formino indipendentemente dal nostro raziocinio e che si potrebbe farne risalire l’origine a un unico gene ancora misterioso. Forse da questo punto di vista la logica dei proverbi è analoga; la sua esistenza è una caratteristica essenziale dell’umanità, come la capacità di parlare. Chiunque fosse l’autore o il curatore, quel libro mi dimostrò che una persona sana può sopportare soltanto una certa quantità di proverbi. Oltre una certa soglia di saturazione non si riesce più a seguire: viene mal di testa, si appannano gli occhi. Se si assumono in dosi eccessive, i proverbi perdono tutta la loro familiare, felice espressività che deriva dalla loro struttura compatta. Mentre li leggiamo cominciamo a sentirli ripetitivi, come molti verosimilmente sono. Daniel Tammet, La poesia dei numeri, Zanichelli.
Quale delle seguenti affermazioni non è deducibile dal testo?
È accettata da tutti i linguisti l’ipotesi che tutte le lingue si formino indipendentemente dal nostro raziocinio
I proverbi possiedono una felice espressività
La capacità di parlare è una caratteristica essenziale dell’umanità
Dopo la lettura di un certo numero di proverbi, questi sembrano essere ripetitivi
I proverbi hanno una struttura compatta