Comprensione di testi 2°- (3 brani) 15 domande

Comprensione di testi 2°- (3 brani) 15 domande

Domande 15
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Elenco domande

  1. Leggere attentamente il seguente brano. In tutta la Gallia ci sono due classi di persone tenute in un certo conto e riguardo. La gente del popolo, infatti, è considerata quasi alla stregua dei servi, non prende iniziative e non viene ammessa alle assemblee. I più, oberati dai debiti, dai tributi gravosi o dai soprusi dei potenti, si mettono al servizio dei nobili, che su di essi godono degli stessi diritti che hanno i padroni sugli schiavi. Delle due classi, dunque, la prima comprende i druidi, l'altra i cavalieri. I druidi si occupano delle cerimonie religiose, provvedono ai sacrifici pubblici e privati, regolano le pratiche del culto. Moltissimi giovani accorrono a istruirsi dai druidi, che tra i Galli godono di grande onore. Infatti, risolvono quasi tutte le controversie pubbliche e private e, se è stato commesso un reato, se c'è stato un omicidio, oppure se sorgono problemi d'eredità o di confine, sono sempre loro a giudicare, fissando risarcimenti e pene. Se qualcuno - si tratti di un privato cittadino o di un popolo - non si attiene alle loro decisioni, gli interdicono i sacrifici. È la pena più grave tra i Galli. Chi ne è stato colpito, viene considerato un empio, un criminale: tutti si scostano alla sua vista, lo evitano e non gli rivolgono la parola, per non contrarre qualche sciagura dal suo contatto; non è ammesso a chiedere giustizia, né può essere partecipe di qualche carica. Tutti i druidi hanno un unico capo, che gode della massima autorità. Alla sua morte, ne prende il posto chi preceda gli altri druidi in prestigio, oppure, se sono in parecchi ad avere uguali meriti, la scelta è lasciata ai voti dei druidi, ma talvolta si contendono la carica addirittura con le armi. In un determinato periodo dell'anno si radunano in un luogo consacrato, nella regione dei Carnuti, ritenuta al centro di tutta la Gallia. I druidi, di solito, non prendono parte alle guerre e non pagano tributi come gli altri, sono esentati dal servizio militare e dispensati da ogni altro onere. Con la prospettiva di così grandi privilegi, molti giovani si accostano spontaneamente a questa dottrina, molti altri vengono inviati dai loro genitori e parenti ad apprenderla. Presso i druidi, a quanto si dice, imparano a memoria un gran numero di versi. E alcuni proseguono gli studi per oltre vent'anni. Non ritengono lecito affidare i loro insegnamenti alla scrittura, mentre per quasi tutto il resto, per gli affari pubblici e privati, usano l'alfabeto greco. A mio parere, hanno stabilito così per due motivi: non vogliono che la loro dottrina venga divulgata tra il popolo, e neppure che i discepoli, fidando nella scrittura, esercitino la memoria con più scarso impegno, come accade quasi a tutti, che, valendosi dello scritto, si applicano meno nello studio e trascurano la memoria. (Giulio Cesare, "De Bello Gallico", Mondadori) Quali sono le classi sociali più stimate presso i Galli?
  2. Chi risolve le controversie all'interno della società dei Galli?
  3. Quale di queste attività NON viene svolta dai druidi?
  4. Con l'espressione "per non contrarre qualche sciagura dal suo contatto" l'autore intende che:
  5. Per quale motivo i druidi non consegnano alla scrittura i loro insegnamenti?
  6. Leggere attentamente il seguente brano. Era il 1993 quando fu dato lo storico annuncio: le ossa trovate tre anni prima in un bosco vicino alla cittadina di Ekaterinburg, sugli Urali, sono "definitivamente e senza dubbio" quelle dei Romanov, la famiglia dell’ultimo zar. Fu un’indagine di esperti scientifici inglesi a mettere così la parola fine su uno dei grandi misteri del secolo scorso. L’esame del Dna, infatti, al quale fu sottoposto anche Filippo, principe di Edimburgo, marito della regina Elisabetta II e pronipote dell’ultima zarina, accertò "praticamente senza dubbio" che lo zar Nicola II, sua moglie Alexandra e tre dei loro figli furono effettivamente eliminati dai bolscevichi nel 1918. In realtà, tra le ossa trovate nella fossa comune scavata a Ekaterinburg mancavano quelle del giovane erede al trono, lo zarevič Aleksej, e di una delle due più giovani granduchesse, Marija o Anastasija (quella stessa granduchessa la cui identità rivendicava Anna Anderson, donna la cui storia fu immortalata in un celebre quanto melenso film con Ingrid Bergman). Forse bruciati dopo l’esecuzione, come attesterebbero le note di Jakov Jurovskij, commissario della Čeka al quale fu affidato il compito di organizzare la fucilazione della famiglia imperiale, del loro medico, del cuoco e del valletto, e il successivo occultamento dei corpi. Nel 2007 il secondo colpo di scena: in una fossa, vicino a quella dove furono trovati i corpi dei genitori, vengono rinvenuti i resti di quelli che si decide essere Aleksej e una delle sue sorelle. Ora, però, questa convinzione viene rimessa in discussione: a Mosca un comitato scientifico sta infatti facendo nuovi esami sui campioni di Dna prelevati dai resti dell’ultimo imperatore russo, Nicola II, e di sua moglie, riesumati ieri 23 settembre dalle tombe nella cattedrale dei santi Giovanni e Paolo di San Pietroburgo per confermare l’identità dello zarevič e della sorella, indicata come Marija. L’iniziativa è stata presa su richiesta della Chiesa ortodossa russa, che nutre dubbi sulla loro autenticità e ritiene necessari ulteriori test, prima che anche i due poveri resti siano seppelliti insieme al resto della famiglia (nei giorni scorsi si è parlato del 18 ottobre come probabile giornata dei solenni funerali). Per i nuovi esami, il comitato investigativo ha prelevato un campione di sangue anche dal cappotto che lo zar Alessandro II (il nonno di Nicola II), indossava quando fu ferito mortalmente da una bomba dei terroristi nel 1881, e che è stato conservato fino a ora. Gli investigatori vorrebbero inoltre aver accesso ai resti della sorella dell’imperatrice, la granduchessa Elizaveta Fëdorovna, che si trovano in Israele e che non sono mai stati esaminati finora. (Da "Io Donna", "Romanov: Anastasia non è morta nel 1918?", di Massimiliano Jattoni Dall'Asén, 24 settembre 2015) Quando furono ritrovate le ossa dello zar, della zarina e di tre loro figli?
  7. Anna Anderson sosteneva di essere:
  8. L'analisi del DNA dei due corpi ritrovati nel 2007 e identificati con lo zarevič Aleksej e una delle sue sorelle sono state richieste:
  9. Per confermare l'identificazione dei due corpi ritrovati nel 2007 NON è ancora stato analizzato il DNA:
  10. Le prime ossa dei Romanov ritrovate furono identificate grazie alle analisi effettuate da:
  11. Leggere attentamente il seguente brano. Come la diaspora ebraica, la diaspora armena risale all’antichità e inizialmente fu determinata soprattutto dall’intraprendenza dei commercianti armeni, che nel Medioevo erano presenti da Amsterdam ad Alessandria, da Venezia all’India. L’epoca d’oro delle colonie mercantili armene coincide con i secoli XVI-XVII, quando la loro rete commerciale si estendeva da Londra alle Filippine. Al di là di questa tradizione, la diaspora attuale è stata provocata dal genocidio da parte dei turchi, che in Armenia (una regione tra la Turchia orientale e il Caucaso) sterminarono durante la Prima guerra mondiale oltre un milione di persone, costringendone altrettante alla fuga. I soli armeni rimasti presso il loro territorio ancestrale si trovano oggi nella ex repubblica sovietica di Armenia e negli stati vicini di Georgia e Azerbaigian. In condizioni drammatiche, deportati nei deserti di Siria e Mesopotamia, imbarcati avventurosamente sulle coste mediterranee, i superstiti presero la via dell’esilio, sperdendosi in gruppi sparsi, ma coscienti delle loro origini, in Nordamerica, in Libano, in Siria e negli altri paesi arabi, in Europa e soprattutto in Francia. Nel complesso la diaspora (fuori dall’ex Unione Sovietica) conta oggi circa 1,8 milioni di persone, di cui 600.000 negli USA, 250.000 in Francia e un numero rilevante in Medioriente. Gli armeni all’estero non hanno una propria specificità professionale e non si concentrano in particolari quartieri nelle città in cui vivono. Il loro mescolamento con le popolazioni locali è abbastanza comune, e tuttavia tra di loro il sentimento di appartenenza comunitaria non è spento. La chiesa cristiano-armena, di origini antichissime, resta il simbolo principale dell’identità nazionale di questo popolo disperso. (da: A. Ardemagni, F. Mambretti, G. Silvera, "Geografia regionale", Principato) Gli armeni che vivono all'estero:
  12. Inizialmente la diaspora degli armeni fu determinata:
  13. Il genocidio del popolo armeno da parte dei turchi è stato compiuto:
  14. Gli unici armeni rimasti nel loro territorio d'origine si trovano attualmente:
  15. L'identità nazionale degli armeni è simboleggiata principalmente:
Fonte
Guardia di Finanza
Difficoltà
medio