La distanza fra le varie classi sociali non era stata mai grande, neppure nei vecchi tempi, in Italia; e diminuì ancora nella nuova società. Alla nobiltà d'origine baronale non solo erano venuti meno i privilegi nei riguardi economici, politici e militari, ma anche la sua superiorità di fatto e le prerogative di consuetudine non perdurarono, circolando la ricchezza senza remore di primogeniture e fedecommessi più rapida, aperti alla concorrenza tutti i più alti posti dello stato, assente nella gara molta parte della nobiltà, perché ligia ai vecchi governi o clericale, poco capace un'altra parte, perché avvezza agli ozî e incolta. (Benedetto Croce: Storia d'Italia dal 1871 al 1915 (XI ed.), Bari, Laterza, 1956, p 98)In questo brano non si afferma che:
una parte della nobiltà era incolta;
non vi erano più privilegi politici per la nobiltà;
prima del 1871 la nobiltà godeva di particolari privilegi;
l'accesso alle alte cariche dello stato era un privilegio;
la distanza fra borghesia e nobiltà era poca, sia prima che dopo il 1871.